Cosa possono dire ai genitori i risultati INVALSI?

Roberto Ricci, a margine della presentazione del Rapporto nazionale 2023, ci offre delle riflessioni sugli esiti di apprendimento rilevati quest’anno nella scuola rivolgendosi in particolare ai genitori, dei quali sottolinea il ruolo di formatori nei confronti dei propri figli.

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Il Presidente dell’INVALSI, rivolgendosi ai genitori degli studenti, li invita a riflettere su quali siano gli esiti di apprendimento che i ragazzi conseguono nel loro percorso scolastico e che l’Istituto nazionale per la valutazione raccoglie in specifici momenti.

Certamente l’andamento didattico è descritto dai voti, ma per comprendere più a fondo a che punto della loro formazione sono i nostri studenti in termini di competenze fondamentali per la loro vita è essenziale considerare gli esiti. Questi ci dicono infatti quale distanza, più o meno ampia, ci separa dal conseguire gli obiettivi che la comunità si è data per aiutarli a costruire la “cassetta degli attrezzi” delle competenze che contribuiranno a definire la qualità del loro futuro.

Prendere visione degli esiti, porsi domande su questi, non serve quindi a fare graduatorie. Serve invece per confrontarsi come comunità educante, interrogandosi sulle ragioni che possono favorire le differenze penalizzanti in alcuni territori, ma anche su quelle risorse che agiscono come forze propulsive, ad esempio nel calo evidente della percentuale di dispersione scolastica che abbiamo constatato in questo anno.

Gli esiti quindi sono quei dati che aiutano tutti noi, nel ruolo di formatori che svolgiamo comunque nella società a seconda del compito educativo che abbiamo, a capire dove la scuola sta andando e a collaborare con questa sulla strada non facile del miglioramento.

Foto di Depositphotos

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